In Italia l’immigrazione è cambiata così

Immigrati-italiaSpesso i numeri sono aridi e noiosi, ma quelli sull’immigrazione fanno sempre eccezione. Come dimostrano le ultime rilevazioni Istat sulla popolazione straniera in Italia nel 2016. Da cui emergono tre fondamentali novità che hanno lasciato molti a bocca aperta.

1) Aumenta il numero degli immigrati che ottengono la cittadinanza italiana. Sono stati 184.638 ben oltre il record di 174 mila del 2015. Per lo più albanesi (36.929) e marocchini (35.212). Ma c’è di più. Perché tra questi nuovi italiani è in ascesa la fetta di giovanissimi che hanno conquistato il nostro passaporto per trasmissione dai genitori (ius sanguinis) oppure, una volta diventati maggiorenni, come previsto dalla legge, ne hanno fatto richiesto: 76 mila contro i 66 mila del 2015. In conclusione, negli ultimi cinque anni oltre mezzo milione di immigrati è diventato italiano. Cifre che, come ha certificato un recente report Eurostat, non hanno eguali nel resto del Vecchio Continente.

2) Cala per la prima volta il numero degli immigrati extra-UE in Italia. Rispetto ai 3.931.133 del 2015, sono scesi a quota 3.714.137. Mancano all’appello soprattutto coloro che hanno lasciato lo status di straniero per ottenere la cittadinanza italiana e che non sono stati rimpiazzati da un numero equivalente di nuovi ingressi. Quantomeno di quelli regolari. Precisazione, quest’ultima, d’obbligo perché il documento Istat non fornisce stime aggiornate né su chi ha varcato illegalmente i confini italici né su chi vi risiede irregolarmente.

3) Diminuiscono del 5% i permessi di soggiorno rilasciati dal nostro paese. Attestandosi a quota 226.934. Ma soprattutto, questo il dato più clamoroso, crollano quelli per motivi di lavoro: -41% rispetto al 2015. Rappresentano ormai meno del 6% del totale. Mentre crescono, a una velocità siderale, quelli per motivi umanitari che hanno raggiunto il massimo storico, 77.927, il 34% del totale. Tra questi i principali beneficiari (45%) sono nigeriani, pachistani e gambiani. Non tutti restano. Molti dei richiedenti asilo usano, infatti, il nostro come un paese di transito. Tant’è che, ad esempio, il 53,4% di coloro che hanno messo piede in Italia nel 2012, ha già varcato le Alpi in cerca di fortuna e parenti.

Giuseppe Terranova

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