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Guerre-Disarmo

Questa celebrazione appare, come è una vera e propria propaganda bellica in un periodo che vede guerre sanguinose in diverse parti del mondo, molte delle quali con un coinvolgimento diretto della produzione bellica italiana.

Le migliaia di giovani che sono scesi in piazza in tutto il mondo contro il genocidio a Gaza e in Palestina chiedono la fine delle ostilità, ma anche una pace giusta.

Gli 80 anni dalla Liberazione ci hanno suggerito un bilancio attuale dei diritti conquistati con la Resistenza e codificati dalla Costituzione. Non è un bilancio positivo.

Potremmo disquisire per giorni sulle cause delle guerre, che sono molteplici, qui interessa capire che la pace, questo bene è da difendere a tutti i costi. Ci troviamo qui non solo per celebrare la pace, ma per cercare di capire come evitare di dover dire “non l’abbiamo vista arrivare”.

Sabato 20 Settembre una bella giornata alla Cava Aurora in nome della PACE, concerto e organizzazione a cura di ACA Baggio. La partecipazione di Dimensioni Diverse ha dato una caratterizzazione visiva e di contenuti alla manifestazione.

La lista di connessioni illustrata nel report di Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i diritti umani nei territori occupati da Israele è a dir poco sconcertante. C’è un legame strettissimo tra mondo imprenditoriale “occidentale” e dunque anche italiano, mondo accademico e centri di ricerca o agenzie europee.

Questo è ciò che il caro Anas ha raccomandato di pubblicare al momento del suo martirio.

Contro il genocidio di Gaza, la guerra in Ucraina, la più folle corsa al riarmo della storia. Se qualcuno non li ferma, non dobbiamo fermarci neanche noi!

Non molti avrebbero puntato, solo tre mesi fa, sulla sua possibilità. Eppure, è successo: sabato 21 giugno oltre centomila persone hanno riempito il centro di Roma per dire No alla guerra, No al riarmo, No al genocidio e No all’autoritarismo.

Sono 75 anni che il popolo palestinese sta subendo, da parte di Israele ogni sorta di perversione. Furti della terra, sgomberi forzati, violenze e distruzioni. In particolare dopo il 7 ottobre 2024, il governo di Netanyahu ha scatenato una furia inumana che si è accanita su un popolo indifeso, devastando e massacrando donne e bambini.

