Basta fake news sulla piazza d’Armi !
In questi ultimi giorni, a seguito dell’avvio del procedimento del Ministero per i Beni e le Attività culturali riguardante il vincolo per la Piazza d’Armi, abbiamo rilevato diverse dichiarazioni e comunicazioni pubbliche clamorosamente false e imprecise da parte sia di alcuni amministratori comunali, di municipio, che di alcuni organi di stampa e curiosamente anche da note associazioni ambientaliste locali.
La comunicazione e l’informazione verso la cittadinanza su un tema così rilevante per il futuro di Milano, dovrebbe essere sempre fatto con precisione e lealtà. Facciamo quindi chiarezza.
PRIMA BUGIA: Il vincolo blocca tutto e Piazza d’Armi resterà così ancora per decenni. FALSO.
L’avvio del vincolo, secondo quanto comunicato del MIBAC, tutela tutta l’area verde e prevede un vincolo “indiretto” sui magazzini militari di Baggio. Questo vuol dire che mentre non si potrà costruire sull’area verde, nell’isolato dei magazzini militari invece è attuabile un’attività edilizia che sia di recupero, riuso o sostituzione volumetrica nel rispetto dello storico impianto urbano della “Cittadella militare di Baggio” (Caserma Perrucchetti, Ospedale Militare, Piazza d’Armi e Magazzini militari). Niente speculazione edilizia, niente edifici in altezza, niente centri commerciali.
E’ un bene o un male?
SECONDA BUGIA: Il verde non si può toccare, non si può realizzare neanche un parco. FALSO.
Tutela del verde significa che Piazza d’Armi può diventare un grande parco-pubblico-urbano ricco di biodiversità e quindi, nel rispetto del delicato equilibrio ambientale esistente possono essere attuati tutti gli interventi necessari (percorsi, sentieri, arredi, misure di sicurezza, ecc) affinché possa essere vissuto appieno sia dalla cittadinanza che dalla flora e fauna esistente (uccelli, anfibi, lepri).
Non sarebbe qualche cosa di veramente unico, a soli 5 km. dal centro di Milano?
TERZA BUGIA: Il Piano di Governo del territorio già tutelava il verde. FALSO.
Il nuovo Piano di Governo del Territorio di Milano, garantiva soltanto il 50% dell’area a verde (circa 22 ettari a forestazione urbana) ora, grazie al vincolo, viene tutelato l’intero verde esistente di 34 ettari, pari a circa 80% della superficie. Non si racconta poi che proprio il PGT, permetteva comunque di realizzare all’interno dell’area verde costruzioni utilizzabili come servizi pubblici, frammentando l’ambito di pertinenza della biodiversità e portando inevitabilmente a cancellarla in pochi anni. E’ soprattutto su questo delicato tema che la Commissione Petizioni del parlamento Europeo si è espressa nelle lettere inviate ai ministeri e al comune di Milano in risposta alla nostra petizione europea n°480/2018.
Diciamo quindi le cose come stanno o no?
QUARTA BUGIA: Il vincolo incentiva il degrado, l’abusivismo e l’illegalità. FALSO.
Sono temi distinti e indipendenti. Nessuno è mai stati dalla parte dell’abusivismo, dei roghi o delle discariche illegali. Ma il cemento non può essere sempre la soluzione per risolvere tutto questo. La Legge e il regolamento edilizio comunale, obbligano la proprietà (Invimit, società pubblica del MEF) e il Comune di Milano ad attuare tutte le misure necessarie per arginare questo tipo di attività: video sorveglianza, recinzioni, vigilanza ecc. Se tutto questo non viene fatto, vuol dire che si pianifica un abbandono volto proprio a creare tensioni sociali e a legittimare la cementificazione. Non è la soluzione. La risposta sociale nel progettare un nuovo parco e riqualificare i propri edifici storici, in un processo di coinvolgimento del territorio, può essere una straordinaria occasione per riscoprire quell’identità sociale e storica nelle periferie troppo spesso dimenticate per lasciare spazio a grattacieli e centri commerciali.
Non volete partecipare a questa grande sfida di democrazia e partecipazione?
QUINTA BUGIA: Non ci sono i soldi. Serve un investitore privato per fare il parco e recuperare i magazzini militari di Baggio. FALSO.
Tutto il contrario. Viviamo nella città metropolitana più ricca d’Italia, con il maggior gettito fiscale e sicuramente le risorse per un investimento di questo tipo, si possono trovare. Esistono importanti finanziamenti dell’Unione Europea per la valorizzazione delle aree verdi e della biodiversità, soprattutto in ambito urbano. Esistono società e aziende che sarebbero disposte a fare da sponsor contribuendo a realizzare un nuovo grande parco urbano a Milano. Esistono associazioni e comitati, con competenze e professionalità al loro interno, disposti a lavorare su un progetto ambizioso da condividere con la gente e il territorio, per dare vita ad un nuovo luogo pubblico, partecipato e identitario.
Non è questa è la nostra più grande ricchezza?
Ci auguriamo quindi che questo piccolo contributo possa aiutare a chiarire determinati argomenti ai tanti che spesso, parlando di Piazza d’Armi, falsano, volutamente o no, la realtà dei fatti, dimostrando in alcuni casi disonestà intellettuale, malafede e perfino una meschina strumentalizzazione politica.