Cimitero migranti
Il 2015 è stato l’anno più tragico per i migranti e rifugiati. È questo l’esito cui giunge l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim).
Sono stati infatti 3.771 i morti e dispersi nel Mediterraneo nell’ultimo anno, una media di oltre 10 vite perse al giorno, quasi 500 in più rispetto al 2014, quando furono 3.279. Nel mondo, i migranti morti nel tentativo di raggiungere una speranza di vita sono stati 5.350.
Secondo l’Oim, nel 2015 gli arrivi via mare sono stati 996.645, mentre il bilancio stilato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è appena più alto e raggiunge quota 1.000.573 sbarchi sulle coste europee.
Il mese più tragico del 2015 è stato aprile, con 1.244 morti, di cui circa 800 in un solo tragico naufragio al largo delle coste libiche, nel quale si contarono solo 28 superstiti.
Quella tra la Libia e l’Italia è considerata la rotta più rischiosa per i migranti, visto che nel 2015 ci sono stati 2.892 morti a fronte di 152.864 arrivi. Più sicura, invece, appare la rotta verso la Grecia (805 morti, 839.561 arrivi), mentre poco battuto è il percorso che porta verso Spagna e Francia (74 morti, 3.845 arrivi). In Italia sbarcano soprattutto eritrei (37.882), nigeriani (20.171), somali (11.242), sudanesi (8.766) e siriani (7.387). In Grecia siriani (455.363), afghani (186.500), iracheni (63.421), pakistani (23.318) e iraniani (19.612).
Oltre al Mediterraneo l’altra area del mondo in cui dei migranti hanno perso la vita è il Sud Est asiatico. Circa 800 persone sono morte nel 2015 nella Baia del Bengala, nel Mare delle Andamane, in Malesia e in Thailandia. Un altro punto caldo è la frontiera tra Stati Uniti e Messico, dove l’anno scorso almeno 330 migranti sono morti nel tentativo di realizzare il loro sogno americano. […].
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