Contro i Confini e la Precarizzazione

ontro-i-confiniL’appello proposto per la “Giornata del Migrante” il Primo Marzo 2016, è oltremodo stimolante oltre che coinvolgente e sollecita uno spazio di attenzione e di riflessione. Per questo come Dimensioni Diverse abbiamo proposto e organizzato un incontro pubblico che si è tenuto alla Biblioteca di Baggio lunedì 22 febbraio 2016.

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Giornata Migranti-Insegnareleparole-

Quello che segue è una riflessione finale scaturita dal dibattito fra le persone intervenute.

Da troppo tempo stiamo assistendo alle drammatiche peripezie di persone che fuggono dalle Miserie per cercare una diversa umanità e una possibile vita dignitosa.

I media ogni giorno sollecitano le nostre emozioni mostrando i volti esasperati di uomini, donne e di bambini soggetti a grandi sofferenze, che si accalcano di fronte ai muri, al filo spinato, … ai Confini.

E ancora con immagini raccapriccianti di barconi rovesciati, di morti annegati e ancora di bambini (340 i morti negli ultimi 6 mesi).

Sentimenti non compatibili con il tempo delle “feste consacrate”, delle ragioni che sembrano esasperare le “Paure“, indotte, che giustificano l’alibi della indifferenza.

I Confini posti a condanna delle miserie, sono rilevatori dei limiti che si frappongono alla possibilità di Migrare oltre che di affrontare i processi di Precarizzazione delle condizioni di esistenza.

Miseria, Precarietà, Paure, Confini, Migrare
, si scontrano con le Diversità che non si riconoscono.
In una società attraversata da Reti informatizzanti, ogni elemento è intrinsecamente interconnesso, vincolato ai flussi che alimentano, adeguano, omologano ogni sua parte.

In questo vincolo di interconnessioni particolareggiate, ogni persona risulta sconnessa, vincolata (propria) a sé stessa, nella costante ricerca di un qualche valore aggiunto che la rende soggetto di valore, proprietà di sé: una diversità arrogante che le impedisce, e comunque difficile, di riconoscere la diversità dell’altro.

La “Miseria” di questa “natura umana” costretta al lavoro, alla quale è negata una qualche biodiversità, vincolata alla sopravvivenza, alimenta fortemente reazioni xenofobe e razziste.

La consapevolezza, schematizzata in questi brevi tratti, emersa nel dibattito ragionando sulla realtà dei migranti, ci porta a pensare che quello che accade attorno a noi, anche se “fuori“, in realtà è “dentro” noi, e non basta voltare lo sguardo o chiudere la porta per rimanere liberi.

Solo una coscienza collettiva può credere di trovare la forza per aprire almeno dei varchi nei confini dentro i quali e rinchiusa e soggiogata la dignità degli esseri viventi.

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ED ORA TUTTE E TUTTI A MANIFESTARE IL PRIMO MARZO IN P.ZA DUCA D’AOSTA – STAZIONE CENTRALE A MILANO

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