Due date … una memoria
Promemoria numero uno: la primavera.
Si fa sempre più fatica aprire la propria finestra e guardare “fuori“.
Gli impegni, i doveri, gli affanni e le “cose”, si rincorrono nel tempo della vita e lo assorbono tutto: doveri improrogabili.
“Fuori” la natura, il tempo non fermano il loro ciclo, esaltano le forme di vita che si rianimano in un tempo nuovo: la natura si riveste, fiorisce, ci attraversa con nuovi profumi.
“Dentro“, la finestra chiusa, rimangono tutte le miserie che non trovano scampo vincolate al tempo del consumo che trascina la vita nell’indifferenza, mentre “fuori” la natura e il suo tempo si “riscatta” e rinasce.
E’ primavera e forse un timido sorriso sarà capace di illuminare anche le miserie ribelli.
Promemoria numero due: giornata mondiale dell’acqua.
Cosa c’è di più meraviglioso di una goccia d’acqua che rigenera un seme e disseta aride labbra. L’acqua che ci scorre accanto è sorgente di vita e merita di osservarla mentre scorre libera come un fresco dono rigenerante di primavera.
Basta poco per valutare la sua importanza, per non perderla di vista e annoverarla tra i beni da custodire, da preservare.
L’acqua è un dono della vita!
L’acqua è una memoria universale che richiama l’umanità dell’essere, va mantenuta, nella memoria personale, va difesa dai predoni che la trasformano in merce.
Ogni elemento della vita che agiamo, dal cibo alla macchina fino al telefonino, esiste grazie all’acqua.
L’acqua è vita per questo va ricordata e la memoria non può che estendersi a tutti coloro che non possono goderla perché sporca, inquinata, … perché manca.
E in quei luoghi, spesso depredati, la morte uccide non risparmia nessuno, bambini, adulti, neppure gli animali.
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1992 con una risoluzione adottata dopo la Conferenza di Rio.
“Se esiste un elemento magico al mondo, è sicuramente l’acqua”: il nostro corpo è fatto di acqua in una percentuale pari a circa il 65%.
Con il referendum del 12-13 giugno 2011, 26 milioni di italiani hanno deciso che l’acqua deve uscire dal mercato e non deve essere oggetto di profitto.
La possibilità di accedere in qualsiasi momento ad una fonte di acqua pulita e potabile è tra le cose più piacevoli e importanti nella nostra vita.
Tuttavia la situazione mondiale per quanto riguarda la disponibilità di acqua potabile e servizi igienici è drammatica.
Circa 2,1 miliardi di persone al mondo, non hanno accesso di acqua potabile e sono quindi private di un diritto umano fondamentale.
Oltre 3 miliardi non dispongono ancora di impianti igienici di base.
Le implicazioni in termini di salute e di costi sono elevatissimi: L’acqua potabile contaminata causa circa 3,5 milioni di decessi all’anno di cui circa 1.450 000 bambini morti per malattie trasmesse da acque contaminate.
Nemmeno le guerre e le violenze che tormentano ogni angolo del Pianeta, messe tutte insieme, possono tanto. Una tragedia silenziosa.
Così, mentre la mancanza di acqua pulita nel Sud del mondo uccide, nei Paesi “ricchi” l’acqua abbonda e viene sprecata.
E siamo noi occidentali a fare la parte del leone: meno di un miliardo di persone su sette consuma l’86% dell’acqua disponibile.
Un cittadino americano ne ha a disposizione mediamente 425 litri al giorno, un Europeo 165 litri, un Africano 20 litri.
Si stima che siano 15 milioni all’anno le persone costrette a emigrare per la carenza d’acqua.
L’acqua è una risorsa sempre più limitata e messa in pericolo dagli sprechi.
Ne abbiamo sempre più bisogno. Non sprecare acqua vuol dire anche non inquinarla.
La vera sfida alla sostenibilità e al risparmio è nella razionalizzazione del consumo dell’acqua che utilizziamo ogni giorno per la produzione di cibo.