e se la Memoria ci tradisce?
Per il dizionario, la Memoria è la capacità del cervello di conservare e richiamare ricordi, emozioni, …
Nel Luglio 2000 “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria“, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
Ogni anno il 27 gennaio Enti, Istituzioni, Associazioni, Partiti, Gruppi più o meno informali, … promuovono centinaia di iniziative per ricordare il triste periodo storico e scongiurare un suo ritorno.
Per noi Fare Memoria non è un semplice ricordare quanto piuttosto prospettare l’esperienza verso un mondo che ripudia le guerre, le violenze, le repressioni, i razzismi, i fascismi, …, ma anche l’ignoranza, l’apatia e l’indifferenza.
Molte volte abbiamo richiamato la Memoria come una necessità importante per lo sviluppo dell’intera umanità: per la dignità degli esseri viventi, ma anche per la vita delle persone che ricercano una diversa prospettiva di vita.
“E’ solo la tenerezza dell’impossibile che ancora accompagna la volontà dei popoli, a salvare la speranza di un possibile cambiamento.”
Noi vogliamo essere tra quelli.
La Memoria non è una parola dell’essere ma la sua sostanza.
La Memoria coniuga in sé, al presente, la storia e la responsabilità del futuro.
La Memoria attraversa il sapere con la consapevolezza, il dovere con la responsabilità, il bene con la dignità, il diritto con la giustizia, il potere con l’umanità, … il ricordo con la Memoria.
La Memoria è la capacità di comprendere e di comprendersi nella diversità che ci richiama alla sostanza dell’esistenza, che accoglie e trasmette, oltre sé stessa, il bene universale: l’umanità libera, giusta e accogliente.
La Memoria comprende la realtà
La realtà che non ci comprende, di lei ci resta solo il ricordo delle lotte: quelle antifasciste della liberazione, quelle dei diritti per il lavoro, quelle per la salute, per il diritto alla casa, per il salario, …, e tutte quelle altre che ancora ci agitano per proteggere i beni accumulati.
E ancora tutte quelle lotte che ci confondono perché sono altri che ostinatamente continuano a resistere alla grande omologazione e alla devastante indifferenza razzista che rinchiude le persona nel privato personale.
Memorie disperse, dissociate nei territori dei desideri, del “buen vivir“, che si sono trasformate, tramutate in piccole parentesi della complessità sempre meno compresa.
Oggi le nostre vite sono invase da schemi culturali che fanno riferimento in modo pressoché esclusivo al paradigma del benessere personale, della cui provenienza non si fa Memoria.
Memorie sradicate dalla dignità
La loro, dei Migranti, non è la storia di un viaggio, pur carico di difficoltà e violenze, ma la forza della Memoria che rende resistenti e liberi per rendere possibile il viaggio verso la vita.
I migranti, persone resistenti che ricercano spazi di umanità, spesso condannate a perdere la Memoria e la propria dignità per sopravvivere all’emarginazione violenta razzista e xenofoba.
Una Memoria questa che non fa scandalo al perbenismo che li vuole “aiutati a casa loro“. Persone violentate dalle guerre e dai governanti corrotti, depredati della dignità di popolo sovrano, affamati e sfruttati dal nuovo colonialismo che agisce in nome e per conto del benessere delle popolazioni ricche e del profitto delle Multinazionali.
Memorie corrotte, Memorie dimenticate, Memorie che animano Memorie resistenti, palpiti di vita di un possibile cambiamento: contro un potere che domina, comanda, prende e usa, usa e getta.