Ecco dove sono i soldi

Nel 2017 un nuovo aumento record delle spese militari nel mondo: 1.739 miliardi di dollari pari al 2,2% del PIL mondiale (230 dollari pro capite). 

Lo afferma il Rapporto del SIPRI (l’autorevole e indipendente Istituto svedese di ricerca per la pace)

Non c’è pace in questo mondo dai grandi affari dove si vive la brutale indifferenza e disprezzo delle vittime delle guerre e delle tragedie umane.
Come i cecchini israeliani che sparano dalle alture sulle persone inermi, così le grandi lobby militari misurano la loro potenza e il loro credito sul numero delle bombe sganciate sulla vita delle persone.

Un gioco disumano e arrogante del potere di dominio.

Tensioni geopolitiche portano a forti rialzi della spesa militare a partire dall’Arabia Saudita fortemente finanziata, da questo punto di vista dagli Stati Uniti, i quali continuano a detenere il primato della spesa con 610 miliardi di dollari ogni anno.

Per contro la Russia, percepita come una minaccia, ha prodotto un bizzarro effetto con un drastico calo: meno 20 per cento, mentre l’Europa centrale e occidentale, segnano un aumento rispettivamente più 12 e 1,7 per cento.

Anche il nostro Paese registra un rialzo (+2,1%) della spesa militare pari a circa 29 miliardi di dollari (1,5% del PIL).

Cosa c’è di più ragionevole ed urgente del decidere un taglio netto di queste spese criminali destinate ad usi militari e di impiegarle verso le vere necessità umane.
Naturalmente non c’è capitolo nel «Contratto» di governo del Movimento 5 Stelle e della Lega.

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