Guardo e Penso
Se guardo il passato … penso: la memoria è un passaggio obbligato del presente
Se guardo oltre me … penso: il presente è una nebulosa disarmante, disegna il futuro
Se guardo avanti … penso: il futuro non è una nostalgia, ma un risultato del volere
Se guardo dentro me … penso: il silenzio dà diritto alla parola.
Il silenzio avvalora il pensiero, riconosce le parole che non ingannano la memoria, osserva il tumulto del “fare” per qualcosa di più, riconosce le parole che fanno storia.
Non siamo più bambini che vivono il presente con la normalità dell’essere.
La somma dei pensieri (disposizioni, media, …) agitano il presente, confondono la realtà.
Per uscire dal’inganno che perseguita le condizioni di vita, rimane l’agire quella differenza che produce cambiamento.
Ecco spiegate le ragioni del mio augurio!
Alla fine, per tutte e tutti, l’augurio è di non restare con le parole in bocca: indifferenti, recriminanti, giudicanti, …,
Abbiamo bisogno di star bene, di non rimanere un surrogato della politica, di riconquistare spazi di libertà, coniugare forme condivise dell’essere e del divenire.
L’economia governa la sua crisi imponendosi in modo perentorio e indisturbato.
Le politiche di governo, decisamente subalterne e frammentate da interessi privati, offrono scarse possibilità.
Manca una coscienza collettiva, una visione altra, capace di reagire.
Così la crisi economica si alimenta ormai di continue emergenze: guerre, violenze, razzismi, … paure, che disgregano le identità e distruggono l’umanità.
Tutto ciò è l’evidenza di uno stato di necessità che richiama la responsabilità di tutte e di tutti ad una Politica che sappia ricomporre i frammenti che pure lottano per un possibile cambiamento.
Rompiamo il silenzio, abbattiamo i muri, …