La sicurezza dell’esclusione
Il Rapporto realizzato da Action Aid e Openpolis sui Centri di Accoglienza in Italia 2019 mette in evidenza le prevedibili conseguenze che la legge sicurezza immigrazione sta producendo sul sistema di accoglienza nel nostro paese.
C’è un aumento consistente del numero di cittadini stranieri irregolari a seguito dello smantellamento oltre che del sistema d’accoglienza anche delle tutele dei richiedenti asilo.
Molti attivisti, Enti del terzo settore e operatori coinvolti, avevano ampiamente previsto e denunciato le conseguenze derivanti dal disfacimento complessivo del sistema.
Nonostante un’ampia mobilitazione a livello nazionale da parte dei Movimenti che avevano cercato di contrastare le devastanti conseguenze, la Legge Salvini è ancora lì a far danni, e ad oggi, la sua abrogazione non è tra le priorità del governo 5stelle-PD.
“La soppressione della protezione umanitaria, la forma di protezione maggiormente diffusa per chi fino al decreto sicurezza chiedeva asilo in Italia – si legge nella prima parte dell’inchiesta – espande sempre più la macchia degli stranieri irregolari, che diventa un’emergenza reale con i conseguenti costi umani, sociali e di illegalità diffusa. Un’emergenza per la quale, in assenza di un meccanismo di regolarizzazione, la soluzione dei rimpatri appare nel caso più ottimistico un’illusione“.
Secondo le stime del Rapporto sono 40.000 le persone che si sono ritrovate irregolari nel 2019 a causa della soppressione della protezione umanitaria. E queste cifre sono inevitabilmente destinate ad aumentare nel 2020 poiché la Legge impone dei vincoli fortemente restrittivi sia nelle procedure che nella concessione delle forme di protezione da parte delle Commissioni territoriali.
I rimpatri, tanto esaltati dalla propaganda politica delle destre, sono sempre stati un numero esiguo: 5.615 nel 2018, 6.298 nel 2019 a fronte di una stima di 680mila stranieri irregolari.
Il rapporto si sofferma ampiamente anche sulle conseguenze delle nuove regole delle gare di appalto per la gestione dei centri. Regole “volute per razionalizzare il sistema e tagliare i costi e i servizi di inclusione, si scontrano con la difficoltà, anche di natura politica, dei gestori di farvi fronte e delle prefetture di applicarle. Diversi i bandi deserti, quelli ripetuti o che non riescono a coprire il fabbisogno dei posti nei centri“.
“Un affare che attrae i gestori a carattere industriale, grandi soggetti privati anche esteri in grado di realizzare economie di scala e allontana i piccoli con vocazione sociale e personale qualificato“.
Si delinea un prevedibile ritorno alla logica dei grandi centri di parcheggio per richiedenti asilo e il totale abbandono di un’idea di accoglienza diffusa ma soprattutto ad una loro inclusione sociale e una totale assenza di programmazione.
Al 31 dicembre 2019 il sistema complessivamente accoglie in totale 91.424 persone, delle quali 66.958 con richiesta di protezione internazionale sono accolte nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) e 24.388, già riconosciute come titolari di protezione internazionale o protezione umanitaria, nei progetti ex SPRAR, rinominati dal Decreto Sicurezza SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati).
Per questi ultimi, la Circolare del Ministero dell’Interno, prevede la loro uscita forzata con scarsissima possibilità di trovare risposte; risulteranno facilmente destinati ad ingrossare le file dei senza tetto.
I Decreti Salvini vanno immediatamente cancellati!
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Gli ultimi dati forniti da Frontex relativi agli sbarchi
Mai cosi pochi ingressi di immigrati irregolari nel 2019:
- 11.500 sbarchi in Italia
- 139.000 nell’Unione Europea (nel 2015 arrivarono in Europa oltre un milione).
A determinare il calo è stata la “stretta” dell’Europa che ha provocato la diminuzione dei migranti approdati sulle coste europee attraverso le rotte del Mediterraneo centrale e occidentale; un “giro di vite” ispirato dalla volontà dell’Italia di rinnovare il Memorandum d’Intesa con la Libia e con la Guardia Costiera libica, siglato il 2 febbraio 2017 dall’allora Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, con Fayez Mustafà Al-Serraj, Presidente libico riconosciuto a livello internazionale.
Il calo più significativo è avvenuto proprio sulle coste italiane, con una riduzione del 41% degli sbarchi rispetto allo scorso anno: 11.500 le persone approdate, soprattutto in arrivo dalla Tunisia e dal Sudan; molto meno rispetto alla Spagna (24.000 arrivi) e alla Grecia (oltre 82.000 arrivi, +46% rispetto al 2018).
Da dove partono i migranti?
A fronte di un calo del 58% di arrivi dai paesi del Nordafrica, si registra un notevole aumento dei migranti – oltre la metà di tutti i migranti irregolari – provenienti dalla Siria e, in particolare, dall’Afghanistan, con il 167% in più rispetto al 2018.