L’impronta ecologica
Un dossier infografico del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
L’indicatore “impronta ecologica”, introdotto da Mathis Wackernagel e William Rees nel 1996, aiuta ad individuare il consumo di risorse (l’emissione di anidride carbonica, per esempio, o l’agricoltura intensiva) rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle; i valori dell’impronta si esprimono in ettari globali.
Per il calcolo dell’impronta ecologica si utilizzano sei categorie principali di terreno:
- superficie necessaria per assorbire l’anidride carbonica prodotta dall’utilizzo di combustibili fossili;
- superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni;
- superficie destinata all’allevamento;
- superficie destinata alla produzione di legname;
- superficie edificata;
- superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca.
Da numerosi studi effettuati emerge ormai che l’impronta ecologica a livello mondiale è maggiore della capacità bioproduttiva mondiale e che quindi in futuro avremo meno materie prime per i nostri consumi.
Secondo ad esempio uno studio pubblicato su Environmental Science & Policy, a fine dicembre 2016, relativo a 19 città costiere del Mediterraneo (tra cui Venezia, Genova, Roma, Napoli e Palermo), sono quasi 60 anni che la regione mediterranea consuma più risorse naturali di quanto l’ecosistema sia in grado di rigenerare.
A livello personale o di comunità, è possibile calcolare la propria impronta per cercare di renderla più sostenibile; a questo proposito, ricordiamo ad esempio il tool del WWF o quello messo a punto dal Global Footprint Network.
Ma per comprendere cosa sia l’impronta ecologica e capire di conseguenza come sia possibile ridurla, anche nelle nostre azioni quotidiane, il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, nel 2016, ha realizzato un agevole ed utile dossier intitolato “Impronta_maldistribuita”: si tratta di quindici infografiche che ridescrivono la geografia mondiale in base alla superficie di terra “produttiva” necessaria a garantire il nostro stile di vita.
Tra gli argomenti raccontati e rappresentati tramite infografica troviamo:
- base biologica della nostra esistenza: il bilancio CO2;
- overshoot day: quando oltrepassiamo la biocapacità del pianeta;
- l’impronta degli italiani: superiore di due volte e mezza a quella sostenibile;
- i pianeti dell’eccesso: se tutti avessero il tenore di vita di chi vive in eccesso;
- miglioriamo la nostra impronta: suggerimenti per ridurre l’impronta.