Per Sara, le altre e gli altri

Sara-non-saraIl due giugno nel giorno della festa della Repubblica e della Resistenza antifascista, le donne e non solo, hanno manifestato in piazza della Scala contro l’ennesima violenza sulle donne. La violenza non è un fatto privato, dobbiamo lottare contro l’indifferenza e la normalizzazione della violenza.

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La violenza ha varie forme, con radici culturali e sociali molto profonde che dobbiamo sradicare.
La vita è una priorità che non può essere portata via da individui che si sentono padroni delle vite delle donne, come se fossero oggetti di loro proprietà.

La vita merita di essere riscattata!

Ingannati dalle parole che soffocano liberi pensieri
Ingannati dalle aspettative che sfiduciano i risultati
Ingannati dalle miserie che escludono le diversità
……

Siamo troppo “cresciuti” dentro il mercato come merce “qualificata” per saper ascoltare.
Discriminazioni, razzismo e violenze sono parti di una umanità crudele.

Così i grandi titoli sui media, le immagini scioccanti hanno l’effetto dell’indifferenza, un brivido emozionale, curiosità, un semplice fastidio: dinamiche diverse che non ci appartengono.
Sovversione morale di una umanità perversa.

Nessuna indignazione, privata della giustizia, sarà capace di scuotere l’ordine di una sovversione.

Morti!  Morti uccisi, morti annegati, morti abusati, morti sfruttati, …
Quante sono le morti violentate.

Sono grandi numeri, numeri di persone che perdono la sostanza dell’essere, della dignità, della stessa umanità che vive, che li conta, che li vorrebbe differenziare: sono tutte vite umane, vite diverse, naufragate in mare, arenate sulle spiagge, ammazzate dalla violenza brutale del dominio.

Volti diversi, diverse le età, …  tutte e tutti prigionieri dello stesso potere che li ha uccisi.
Prima le guerre, poi la miseria, poi i profughi, poi i naufraghi, poi gli amori traditi, poi i lavori usuranti, poi le catastrofi ambientali, ….

Sono tutte morti! Sono tutti umani. …  
Schiacciati e derisi dalla stessa ingiustizia che governa il mondo, quel “potere” arrogante che fa di ciascuno, qualcosa, la “cosa”, che vive di sé, del proprio interesse economico, esclusivo: qualcosa che l’altro è nemico,… e lo è veramente.

La sua arroganza è la mia;
la sua indifferenza è la mia;
la sua miseria è la mia.

Il bene comune è sottratto all’interesse generale.
Ogni “passione” è privata ed è in competizione.

Oltre la violenza c’è la Resistenza, la volontà a voler essere liberi nel tempo e nello spazio che ci sono comuni.

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