Più 3,6% le spese militari nel mondo – Più 6% quelle italiane
Ancora in aumento le spese militari mentre il bilancio della sanità pubblica resta in default.
In questi giorni in tutto il mondo fino al 9 maggio, all’interno delle “Giornate Globali di azione sulle spese militari” molte realtà associative stanno manifestando affinché si ponga fine alla pandemia delle spese militari.
La Campagna promossa dall’International Peace Bureau è sostenuta in Italia dalla Rete Italiana per il Disarmo unitamente alla Rete della Pace e Sbilanciamoci con l’obiettivo dichiarato di ribadire quanto sia urgente spostare i fondi dai bilanci militari verso altri obiettivi, quali la lotta contro il Covid-19 investendo nella sanità pubblica oltre che porre rimedi ad altre crisi sociali e ambientali.
Il Mondo intero sta vivendo situazioni drammatiche: imperi violenti, depauperazioni delle risorse naturali, disastri ambientali, inquinamento, povertà estreme, morti per fame e per carenza di acqua potabile e servizi igienici, decine di milioni di migranti e richiedenti asilo … pandemie di diversa natura che pongono l’umanità in grave sofferenza.
Proprio in questi giorni è scattato un allarme ONU che sollecita la massima attenzione sul «Rischio carestie bibliche a causa della pandemia» di Covid-19, che nei prossimi mesi sarà urgente intervenire per evitare una catastrofe, prima che milioni di persone muoiano di fame.
Tra le cause principali universalmente riconosciute sono le guerre sempre più diffuse e i grandi affari che le grandi imprese del settore – in modo del tutto impunito – fanno con la commercializzazione delle armi.
Nonostante questo stato di crisi umanitaria, ogni anno nel mondo le spese militari e per armamenti sono in continuo aumento.
Lo testimonia il grafico del SIPRI (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma) che ogni anno fornisce i dati aggiornati.
Un enorme spreco di denaro: 259 dollari per abitante del pianeta.
Le armi e gli eserciti non ci garantiranno maggiore sicurezza. Anzi, renderanno sempre più̀ catastrofiche le conseguenze dei conflitti attualmente in corso e quelli futuri.
Il solo bilancio militare della NATO – di cui l’Italia è parte contribuente – presenta un bilancio di 1.035 miliardi di dollari, cioè il 54% della spesa militare mondiale.
«Tutto questo avviene mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con tutti i suoi limiti, l’unico tentativo globale e concertato di rispondere alle crisi di natura medico-sanitaria, ha un bilancio biennale di circa 4,5 miliardi di dollari per la maggior parte contributi volontari di Stati e privati», sottolinea Giulio Marcon portavoce di Sbilanciamoci. «Stiamo parlando di una cifra che annualmente è solo lo 0,11% di quanto i Governi spendono globalmente per il settore militare».
«Un altro paragone possibile è con l’investimento nell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) dei Paesi industrializzati che è pari a 152,8 miliardi di dollari, equivalenti allo 0,30% del loro PIL e meno dell’8% della spesa militare» – aggiunge Sergio Bassoli della segreteria di Rete della Pace – «Un dato significativo che denuncia dove stia il vero interesse ed investimento da parte dei Governi in totale contraddizione con gli impegni sottoscritti per l’Agenda 2030».
La situazione è del tutto simile anche in Italia
L’elaborazione dei dati fatta dall’Osservatorio Mil€x, (vedi: La stima della spesa militare italiana per il 2020) stima che la spesa militare prevista per il 2020 è di circa 26,3 miliardi di euro con crescita di oltre il 6% (quasi un miliardo e mezzo in più) rispetto al bilancio preventivo 2019.
«E questi sono solo i numeri delle previsioni di partenza – sottolinea Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – perché́ nei bilanci consuntivi si verifica una spesa effettiva decisamente superiore. Va sottolineato poi che nella previsione per il 2020 quasi 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma».
La Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Rete della Pace intendono avanzare al Governo e al Parlamento una moratoria di un anno per il 2021 su tutti gli acquisti di natura militare per nuovi sistemi d’arma.
Complessivamente si tratterebbe di più di 6 miliardi di euro risparmiati che potrebbero essere immediatamente riconvertiti e investiti per gli interventi di riorganizzazione scolastica post Covid-19 e per acquisto di strumentazione medica al fine di aumentare i posti letto, soprattutto quelli di terapia intensiva: investimenti fondamentali per il futuro dell’Italia.
Questa evidenza di dati dell’assurdo dell’“Impero capitalistico” sempre più devastante, richiama l’attenzione di ogni persona di buon senso e la necessità di “serrare le fila” per promuovere iniziative adeguate al fine di sovvertire queste politiche dal grande spreco del danaro pubblico.