Rapporto OXFAM: Povertà e ricchezza nel mondo
All’inizio 2017 è uscito il il nuovo rapporto OXFAM sulla ricchezza globale.
Un rapporto reso pubblico a margine del World Economic Forum che si tiene ogni anno a Davos in Svizzera, purtroppo presto dimenticato dai media
Riprendiamo i dati del rapporto in maniera sintetica, attingendo direttamente dal sito italiano:
- Circa metà della ricchezza mondiale è detenuta dall’1% della popolazione.
- Il reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo.
- Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale.
- 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni.
- Negli USA, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.
- Ovunque, gli individui più ricchi e le aziende nascondono migliaia di miliardi di dollari al fisco in una rete di paradisi fiscali in tutto il mondo. Si stima che 21.000 miliardi di dollari non siano registrati e siano offshore.
- Negli Stati Uniti, anni e anni di deregolamentazione finanziaria sono strettamente correlati all’aumento del reddito dell’1% della popolazione più ricca del mondo che ora è ai livelli più alti dalla vigilia della Grande Depressione;
- In India, il numero di miliardari è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni a seguito di un sistema fiscale altamente regressivo, di una totale assenza di mobilità sociale e politiche sociali;
- In Europa, la politica di austerity è stata imposta alle classi povere e alle classi medie a causa dell’enorme pressione dei mercati finanziari, dove i ricchi investitori hanno invece beneficiato del salvataggio statale delle istituzioni finanziarie;
- In Africa, le grandi multinazionali – in particolare quelle dell’industria mineraria/estrattiva – sfruttano la propria influenza per evitare l’imposizione fiscale e le royalties, riducendo in tal modo la disponibilità di risorse che i governi potrebbero utilizzare per combattere la povertà.
E in Italia? I primi 7 miliardari italiani possiedono quanto il 30% dei più poveri, mentre isolando il 20% più ricco scopriamo che esso ha in mano quasi il 70% dell’intera ricchezza nazionale.
E’ come essere immersi in una forma di silenziosa quanto arrogante dittatura economico-finanziaria, ma anche politica e culturale, verso la quale ognuno concorre a prendere per sé il possibile lasciando che gli “altri” si arrangino.
E gli “altri” sono gli oltre 800 milioni di affamati, i 923 milioni che non hanno accesso all’acqua potabile, i 63 milioni che ogni anno migrano per trovare un rifugio, i 150 milioni di bambini sfruttati e obbligati a lavorare, fino alle circa 40 guerre e conflitti in essere nei diversi paesi … e poi gli “altri” siamo noi resistenti e conflittuali per cercare di concretizzare l’utopia di una nuova società basata sulla universalità dei diritti e del “bene comune”.