Una casa per le donne nel Municipio 7

Il Municipio 7 ha detto di NO!

Il Gruppo “Donne per i Diritti” del Municipio 7 cogliendo la volontà del Sindaco di Milano di istituire in ogni Municipio un “Centro Milano Donna”, dopo aver raccolto firme e sollecitato il Municipio 7 a dare una risposta in merito ha ottenuto un netto rifiuto da parte della maggioranza.

Allegati:

Una casa tutta per noi

– Vol – Donne x i diritti

In premessa alla seduta del Consiglio del giorno 27-05-2019, gli interventi di due rappresentanti del Gruppo “Donne per i Diritti“: Amina e Simona.

A seguire una valutazione in merito alla discussione dei consiglieri intervenuti nel merito durante la seduta del Consiglio.

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Intervento di Amina Salah

Il gruppo Donne per i Diritti è nato per favorire l’aggregazione e la partecipazione attiva delle donne del Municipio 7, in difesa dei loro diritti. Il benessere e la qualità della vita delle donne hanno ricadute positive sull’intera comunità. In quest’ottica riteniamo funzionale e utile fare attività di informazione e diffondere consapevolezza sui servizi e supporti pubblici esistenti sul territorio, dai consultori ai centri antiviolenza e in merito a tutte le realtà che possono accompagnare le donne nel corso di tutta la loro vita, per rispondere alle loro esigenze e necessità in modo efficace. Come donne che vivono nel Municipio 7, abbiamo avvertito la mancanza di un luogo che favorisse l’incontro tra donne, in cui poter liberamente scambiare esperienze e trovare risposte alle varie problematiche che si incontrano nella vita, ad ogni età.

Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’impegno di Daria Colombo, delegata del sindaco per le pari opportunità, al fine di istituire un Centro Milano Donna in ciascun municipio della città entro la fine del suo mandato. In alcuni municipi il Centro ha già visto la luce e in altri l’iter è già a buon punto.

Da tre anni come Donne per i Diritti seguiamo questo progetto: abbiamo organizzato varie assemblee pubbliche e incontri con le donne e le associazioni del Municipio, abbiamo incontrato la delegata Colombo e la sua collaboratrice, abbiamo avviato una raccolta firme a riguardo e costituito un Comitato spontaneo con l’obiettivo di seguire in modo più strutturato il percorso verso l’apertura di un Centro Milano Donna anche da noi. Il risultato degli incontri con le donne del nostro Municipio è confluito in un documento riassuntivo.

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Intervento di Simona Sforza

Ci auguriamo che attorno a questo progetto si creino le sinergie opportune per portarlo a buon fine, al più presto. In quest’alveo si pone la mozione che oggi verrà presentata, per spiegare le ragioni e l’utilità dell’apertura di tale luogo, che consentirebbe di avere un punto di riferimento stabile per le donne del municipio. Un investimento che va in aiuto e serve a tutta la cittadinanza, perché le donne possono essere un’opportunità di crescita e di emancipazione di tutto il nucleo familiare di appartenenza, un traino di inclusione e di cittadinanza attiva. Maggiore informazione e sostegno alle donne apportano benefici all’intera famiglia, con particolare attenzione alla cura dei figli. Soprattutto occorre che nessuna donna sia lasciata sola, ad affrontare situazioni nuove e complesse, difficili. Uscire dall’isolamento è fondamentale per scrivere un’altra storia e un altro finale. Non è considerare le donne “meno” capaci o “meno qualcosa”, ma partendo dall’esperienza concreta, dobbiamo comprendere quanto possa essere complesso affrontare certi “passaggi” di vita. Possiamo e dobbiamo comprendere che accompagnare questo percorso di piena emancipazione e consapevolezza è un dovere. Soprattutto perché il beneficio, ripetiamo, è diffuso e moltiplicatore di aspetti positivi per tutti.

Eventi come il tragico e inaccettabile infanticidio del bambino di due anni a San Siro, i dati sulla violenza contro le donne e sui minori, ci pongono di fronte alla necessità di dare risposte a situazioni di fragilità e di difficoltà, a soggetti vittime di abusi, risposte che devono arrivare nei tempi giusti e devono raggiungere in modo capillare le donne, intercettandone i bisogni. Non possiamo più continuare ad assistere a simili tragedie, che non sono fulmini a ciel sereno, ma sono atti annunciati, prevedibili, con violenze che si verificano ripetutamente nel tempo, ma che in molti fanno finta di non vedere, sottovalutandone la gravità fino all’irreparabile. Occorre evidentemente un maggiore ed efficace supporto in contesti in cui la violenza è pane quotidiano per donne e minori. Dobbiamo passare da vite in stato di abbandono per varie cause, a garantire loro un’opportunità, condizioni di vita diverse, che siano rispettose e tutelino i diritti umani fondamentali. Una responsabilità collettiva, a cui tutti dobbiamo sentirci chiamati a rispondere, dentro e fuori le istituzioni, i servizi e gli enti preposti, interrogandoci su cosa non ha funzionato e che va modificato per evitare simili tragedie.

Mehmed a Milano e Leonardo a Novara, due bimbi uccisi nei propri contesti familiari dovrebbero indurre a riflettere sul valore della genitorialità oggi, sulle problematiche di cui è investita: mettendo in grado i genitori di compiere pienamente e adeguatamente il proprio ruolo, attraverso un sostegno di operatori istituzionali, sociali e del terzo settore.

Vi chiedo di dedicare un minuto di silenzio per questi due bambini. (La Presidenza non ha accolto l’invito)

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RESOCONTO DELLA DISCUSSIONE

Seduta del Consiglio di Municipio 7 del 27/05/2019

Dopo il passaggio in commissione 4 la settimana scorsa, la mozione per il Centro Milano Donna è approdata in Consiglio. Federico Bottelli (PD) ha illustrato la mozione e sono stati chiariti ulteriormente gli scopi, il tipo di funzione e gli obiettivi del Centro Milano Donna, sulla base degli esempi del Municipio 8 e 6, offrendo una panoramica sulla progressione dell’iter in altri municipi. Un progetto che si inserisce in un’ottica di potenziamento dell’offerta pubblica di presidi territoriali, che vanno a favorire la partecipazione e l’inclusione della popolazione.

Il Centro Milano Donna è una priorità del sindaco, che attraverso la delegata per le pari opportunità, Daria Colombo, si sta realizzando in molti Municipi. Restano i problemi evidenziati già in altre occasioni riguardo a tematiche simili: la maggioranza municipale non solo è stata spesso latitante ai tavoli specifici organizzati in Comune, ma sembra non condividere questo approccio e la necessità di sfruttare questa occasione per valorizzare le realtà e le energie del territorio, aprendo uno spazio per le donne, che possa costituire un punto di riferimento. Nonostante i chiarimenti ripetuti, l’invito a parlarne in modo approfondito in commissione, le forze di maggioranza non appaiono disponibili a entrare nel merito e a collaborare. Uniche eccezioni Maietta e Colombo (che poi si è astenuto).

Non si tratta di un costo inutile e ridondante come sembra considerarlo la maggioranza, bensì un investimento che va in aiuto e a supporto di tutta la cittadinanza, perché le donne possono essere un’opportunità di crescita e di emancipazione di tutto il nucleo familiare di appartenenza, un traino di inclusione e di cittadinanza attiva. Maggiore informazione e sostegno alle donne apportano benefici all’intera famiglia, con particolare attenzione alla cura dei figli.

Qui di seguito i punti della mozione in cui si chiedeva alla Giunta:

  • Di esprimere una posizione a favore, netta e chiara sul tema delle Pari opportunità di genere.
  • Di intensificare la propria azione sul territorio, promuovendo iniziative ed eventi sul tema, mettendo in campo azioni positive, volte alla rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità, diffondendo consapevolezza su diritti e tutele, con un’attenzione specifica agli aspetti culturali, in modo da superare pregiudizi e discriminazioni di genere.
  • Di farsi carico e promuovere l’istituzione di un Centro Milano Donna nel nostro Municipio, come definito nelle premesse di questa Delibera.

Massimo Maietta del gruppo misto si è espresso favorevolmente rispetto alla mozione e al Centro Milano Donna.

Stessa posizione favorevole è stata espressa dal gruppo del M5S, che ha evidenziato l’opportunità di sostenere questa richiesta perché si tratta di una proposta con uno scopo sociale importante.

Emilio Maiandi (Forza Italia) presidente della commissione 4, già contrario in commissione (nel corso della quale aveva paventato il pericolo di creare un ritrovo per femministe, che avrebbero organizzato corsi per l’autosomministrazione della pillola abortiva. Aveva inoltre asserito: “perché non aprire un Centro Milano Uomo? Gli uomini non avrebbero pari diritto a un luogo simile?”), chiede di modificare la mozione rimuovendo ogni riferimento al Centro Milano Donna e parlando di generica promozione di politiche attive per la parità di genere. Per la serie non ci impegniamo su nulla di preciso, poi al massimo si organizzeranno i soliti convegni con il Centro di aiuto alla vita o l’attività sportiva fa bene alla salute delle donne.

Marco Bestetti (Forza Italia), presidente del Municipio 7, ha respinto la mozione perché ha rilevato delle “provocazioni presenti nel testo”, definendo la mozione “una manovra strumentale e ideologica per fare post su Facebook o qualche uscita su testate locali. Ci sono altri modi per promuovere politiche sulla parità di genere.” Quali possano essere li desumiamo dall’attività “fantasma” della maggioranza in tre anni su questi temi.

Norma Iannacone (Fratelli d’Italia) si è dichiarata in ogni caso contraria alla mozione, anche qualora fosse stata emendata come Maiandi suggeriva, perché “contiene dei termini sbagliati, non esistono i generi, ma un unico genere: l’homo sapiens. I generi sono un’invenzione”. Una posizione che rappresenta una delle tante modalità con le quali si negano e si occultano le discriminazioni e le forme di oppressione legate al genere. 

Entrambi, Bestetti e Iannacone, hanno sostenuto che di fatto i servizi per le donne ci sono già sul territorio, che esistono anche gli spazi (Cam e Casa delle Associazioni), spesso sottoutilizzati, non frequentati. Alle donne viene suggerito: “Se volete incontrarvi, potete utilizzare la Casa delle Associazioni”. Cosa che facciamo regolarmente da quando è stata aperta.

Iannacone ricorda i vecchi Centri Donna chiusi qualche anno fa (di cui era responsabile): non condivideva che le donne lavorassero a maglia, che si incontrassero per parlare, ci ha tenuto a rivendicare di aver introdotto il corso di autodifesa e di sopravvivenza in situazioni di catastrofi naturali. Occorre sgombrare il campo da ogni pregiudizio, in quanto i CMD già attivi in zona 8 e 6 stanno funzionando molto bene. Inoltre ciascun municipio poi plasmerà questo luogo sulla base delle esigenze ed energie del territorio.

Bottelli ha giustamente respinto la proposta di Maiandi, che chiedeva una profonda modifica dell’oggetto e dello scopo della mozione. Bottelli ha invitato tutti a parlare del CMD in modo approfondito attorno a un tavolo. Non è possibile stralciare proprio il cuore di una mozione in cui si chiede di prendere posizione su una specifica questione.

La mozione alla fine è stata respinta:

  • Presenti: 28
  • Favorevoli: 11
  • Contrari: 16
  • Astenuti: 1

Possiamo parlare di un clima di puro ostruzionismo.

Questo l’aggiornamento sull’accaduto. Non si tratta di un segnale incoraggiante, ma non dobbiamo demordere. Cercheremo di continuare a seguire l’iter dei CMD, collaborando il più possibile con Daria Colombo e la sua collaboratrice Laura Fezzi, al fine di riuscire a portare a buon fine questo progetto.

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