Quel muro ci appartiene
E’ il 9 novembre del 1989, su muro che bloccava lo spazio di libertà a Berlino, migliaia di persone, di giovani, si sono ribellati. I loro corpi si sono stesi contro il muro della prepotenza e della illegalità, lo hanno spinto, martellato, … abbattuto, azzerato.
Basta muri sulle strade e sui percorsi della libertà e della giustizia.
E’ stata una rivolta, è stata una vittoria: allora.
Da allora le barricate, i fili spinati, i muri, si sono moltiplicati e stanno sbarrando le vie, le piazze. Impongono confini, lasciando al di là il riflesso della miseria disumana, abbandonata a morire.
La chiamano sicurezza, amore di patria, libertà democratica che una legge giustifica.
Il muro che divide e preclude spazi di libertà, che nega il diritto alla giustizia, mortifica la sostanza dell’essere e della sua umanità.
Nel “rigore” delle leggi che rendono privati i corpi e mortificano le menti, i muri si moltiplicano come maledizioni di un dio imperiale che sottrae energia e rende schiavi.
E’ una sovversione, è una sconfitta: ora.
Sono molti i muri che si sono creati e non basta uno sguardo accorto, sensate parole per abbatterli.
Ogni volta che uno di quei muri agita gli animi, i corpi non reagiscono, si appoggiano al muro per poi poter scivolare via, verso l’altrove, mentre la ragione si sottrae allo sguardo e ignora l’altra parte.
La storia dei muri è devastante e il pericolo della loro invasione nel corpo della vita è una certezza.
Sono i muri delle inibizioni e dei divieti, delle contrapposizioni e delle paure, delle indifferenze e delle giustificazioni, … muri che si frappongono e inibiscono il riconoscimento di sé, la forza della ribellione: mentre si reclamano più leggi per l’ordine e la sicurezza.
I muri ci appartengono, per questo è sempre possibile abbatterli.
Partiamo da questo vergognoso muro della politica:
http://www.vita.it/it/article/2017/11/07/ministro-minniti-mi-incontri-le-racconto-lorrore/145020/