La Dichiarazione finale di Marrakech

Cop22-MarrakeshA Marrakech si è chiusa la Cop 22 sul clima dopo l’accordo di Parigi – Cop 21 – che ha visto una dichiarazione di intenti di ben 196 paesi di mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi.

Ieri i partecipanti alla Cop22 (compreso gli Usa di Obama) hanno diffuso la “Dichiarazione di Marrakech” in cui definiscono l’Accordo di Parigi “irreversibile“, probabilmente una risposta a Donald Trump che ha definito il riscaldamento globale essere una bufala.

In realtà il documento conclusivo Vedi più che definire provvedimenti concreti, ha finito per fissare le procedure e il piano di lavoro rinviando al 2018 l’approvazione del regolamento dove stabilire in quale modo i Paesi dovranno monitorare i loro impegni per il taglio dei gas serra.
Impegni che già a Parigi l’Agenzia dell’Onu per l’ambiente, l’UNEP ha definiti insufficienti per raggiungere l’obiettivo dei 2 gradi, in particolare rispetto alla previsione di stanziare, da parte dei paesi ricchi, 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta al riscaldamento globale.

Il Ministro italiano dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha pronunciato parole di soddisfazione annunciando lo stanziamento di 5 milioni di dollari per un Fondo a sostegno dei paesi africani e ha candidato l’Italia ad ospitare la 26° Conferenza Onu sul clima nel 2020.
Ha anche affermato che l’Italia è leader mondiale nella de carbonizzazione; una dichiarazione che fa a pugni con le politiche energetiche del governo che finanzia miliardi per le infrastrutture di trasporto su gomma, che delibera concessioni per le trivellazioni in mare, e impone alle regioni la costruzione di nuovi 8 inceneritori

Nella realtà l’aumento continuo dei disastri ambientali, degli uragani, delle desertificazioni, dell’innalzamento del livello delle acque,   sono i sintomi evidenti ed incontestabili che dovrebbero richiamare una diversa disciplina della politica verso il processo economico-finanziario di sistema.

Ma questo non lo sarà mai se persiste l’interesse privato sul bene pubblico, se il diritto non diventa lotta popolare per il cambiamento.

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