Riforma SI? … Riforma NO!
Il maschilista è un corpo arrogante e prepotente capace di scorrettezze, falsità fino a intimidazioni per agire su altri corpi e le loro menti al fine esclusivo di mantenere il suo potere.
Un pensiero che accomuna le manipolazioni e le scorrettezze di molti politici a sostegno del SI, ma anche del NO, circa la riforma costituzionale e la settimana che introduce la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Ma è possibile che la gente comune non se ne accorga dei continui soprusi e delle manipolazioni? Sono paralizzati dalle paure che tutto cambia, niente cambia?
Relativamente al delirio interno ai dibattiti, ai media circa la cosiddetta riforma costituzionale, basta analizzare alcuni dei punti tra i più dibattuti per dimostrare l’inutilità e la pericolosità di questa proposta di modifica costituzionale.
- Nessuno mette in dubbio che i cambiamenti della realtà sociale rendano necessari alcune modifiche della Costituzione (non 47 articoli tutti in una volta, questo fa subito pensare male); infatti dal 1948 sono state ben 13 le modifiche, 5 negli ultimi 15 anni.
Purtroppo non sempre giuste e/o adeguate per la poca accortezza o, forse meglio, per interessi di parte. Per esempio l’ultima modifica del 2012 ha introdotto all’art.81 il “pareggio di bilancio” perché richiesto dall’Unione Europea. Unica l’Italia.
Poi non sarebbe male ricordare che anzitutto la Costituzione va realizzata a partire dall’art. 3 “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”: salute, reddito, lavoro, istruzione, …
- Un punto su cui di dibatte molto è la trasformazione del Senato – non l’eliminazione – con la definizione di un nuovo Senato (nominato dalle forze politiche, non eletto come prevede l’art. 58 della Costituzione).
Nel nuovo senato sono escluse le 5 regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto-Adige/Südtirol e Valle d’Aosta) violando il principio di uguaglianza sancito dall’art.3 della Costituzione.Vengono quindi presentate tre motivazioni fondamentali:
- il risparmio, decantato come una grande conquista: si tratta di un massimo di 57 milioni all’interno di un bilancio statale previsto per il 2016 di ben 540 miliardi;
- Lo snellimento degli iter legislativi fissando anche tempi certi di 70gg: questa è una grande bufala, la media delle leggi approvate nell’anno in corso è di 53gg. Al contrario ci sono leggi importanti come quelle contro la corruzione e l’usura che hanno impiegato 4 anni per essere approvate; quella per le unioni civili 20 anni (colpa del Senato paritario?).
Ma soprattutto è importante che i Governi si impegnino a fare leggi buone ben ponderate: in Italia le leggi sono troppe (qualcuno dice che sono oltre 300.000, non poche in contraddizione tra loro); - l’eliminazione dei conflitti di competenza tra stato e regioni: si vuole modificare il Capitolo V° ridefinendo le prerogative tra lo Stato e le Regioni – modificate nel 2001.
La proposta appare un ingarbugliato sistema dove in realtà praticamente quasi tutte le attuali competenze delle Regioni a statuto ordinario passano allo Stato, lasciando alle Regioni a statuto speciale le attuali competenza e privilegi senza cercare l’uniformità con quelle ordinarie.
E’ bene ricordare che già l’art.120 della Costituzione attribuisce al Governo il potere di sostituirsi alle Regioni e agli Enti locali per la tutela di quei livelli essenziali e per l’unità giuridica ed economica della Repubblica: E allora perché?
- Il problema vero dell’insieme della cosiddetta riforma costituzionale è che c’è un grande accentramento dei poteri all’Esecutivo (soprattutto se si combina con la riforma elettorale) dove vengono meno i contrappesi ai deliberati del Governo che potrà decidere il bello e il brutto senza interferenze alcuna: uomo solo al comando. “La sovranità appartiene al popolo” (Art 1)
Per chiudere consiglio un simpatico videoalquanto illuminante: “Nonna Anita vota NO: https://www.youtube.com/watch?v=jLhb_4BLr3Y